Le carenze strutturali, come: i trasporti, il costo della manodopera (abbinato a una bassa produttività) e il costo dell’energia (il più alto in Europa), ha innescato l’inevitabile declino industriale.
Si è cercato per diversi anni di trovare alternative, ma la forma di assistenza ha drogato sia le aziende che i lavoratori, creando precarietà.
Le aziende, nate per lo più per intascare i finanziamenti disponibili, non creavano mai reddito vero.
Da anni oramai, il business era aprire un’attività, non mandarla avanti.
Da quando si è chiuso il rubinetto dei finanziamenti, si sono fermate quasi tutte le aziende e il sistema ha mostrato chiaramente tutti i suoi limiti strutturali.
Specie ora, con la globalizzazione dei mercati, la crisi si presenta nel suo aspetto più cupo, la cassa integrazione e la chiusura degli stabilimenti.