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60° Sardegna, svegliati!

23 Mag

Le divisioni ataviche, presenti in Sardegna, hanno vanificato per secoli lo sviluppo e l’autoaffermazione di un popolo.

Nei momenti più critici della storia dell’isola, venivano fatte scelte sbagliate che si ritorcevano contro la stessa popolazione.

Questo, dovuto alla presenza di tanti partiti e di persone in malafede, che non perdevano mai l’occasione per criticare, danneggiare e dividere un popolo rassegnato e mai partecipe attivo.

Siamo giunti al capolinea; è ora di destare la Sardegna dal sonno in cui era caduta; i cittadini devono ergersi e lottare per quello che gli spetta; avere la dignità di perseguire i propri traguardi, sempre disattesi da furfanti e personaggi in malafede, decisi solo ad annientare i sogni di un intero popolo.

E’ finito il tempo di lasciare i cittadini soli e senza nessuna speranza; è ora di dire basta alle deleghe in bianco concesse e utilizzate per vantaggi personali, svendendo il territorio e le risorse economiche, al razziatore di turno.

La Sardegna è ricca di uomini e donne venute da fuori per crearsi una famiglia, cercarsi un lavoro e programmarsi il proprio futuro; cittadini anch’essi, vittime di un sistema corrotto, basato sulle clientele e sulla sottomissione.

Abbiamo bisogno di tutte le persone di buona volontà, che vogliano portare sostegno alla nostra isola, per migliorarla e darle il ruolo che le spetta.

La nostra terra, rispetto a quanto accade altrove, è vittima di un vero e proprio annientamento sistematico, volto a dare a pochissimi una tranquillità economica e togliere a molti, qualsiasi speranza.

Ovunque, in un mondo in crescita, le persone sono in competizione tra loro, per fare sempre di più e meglio; da noi invece, se il vicino non raggiunge i propri traguardi, diventa una grande vittoria sull’affermazione personale altrui; l’invidia fuori controllo, provoca prima l’incendio degli animi e poi il deserto intorno a tutti noi.

E’ ora di dire basta a questo clima, si devono trovare tutti i motivi possibili di intesa e creare insieme un futuro radioso.

La prima regola deve essere il dialogo e poi il confronto; segue la partecipazione e il lavoro, vero mezzo per ottenere il successo; mai lasciare ad altri quello che possiamo fare noi direttamente.

Da oggi, il nostro massimo obbligo deve essere l’aggregazione e la speranza di cambiare il nostro futuro; questo può avvenire solo con l’amore per la propria terra; il successo, anche di una sola parte della Sardegna deve essere la vittoria di un popolo intero.

La Sardegna deve capire le proprie capacità e prospettive; confrontarsi con realtà diverse e cercare alleanze per una crescita sicura.

Mai cadere nella trappola del chiudersi al mondo; intorno a noi abbiamo sicuramente chi sia in grado di contraccambiare il nostro impegno e lavoro; un’azione sinergica ci permetterebbe di compiere quell’evoluzione mai tentata.

Il nostro mercato è il mondo, non possiamo rimanere nella nostra isola, il vero successo è esportare le nostre produzioni e personalità.

Quando gli altri si accorgeranno di noi, per quello che facciamo, pensiamo e come ci sviluppiamo, avremmo raggiunto la nostra meta.

Per il nostro percorso di sviluppo, andremo da un paese all’altro dell’isola: per discutere, per unire, per capire e trovare la giusta soluzione ai problemi delle comunità.

Il nostro sarà un lavoro duro, abbiamo bisogno di uomini tenaci, sapienti, disposti al confronto, che si mettano a disposizione e trovino soluzioni insieme alle persone più preparate.

Dobbiamo pensare innanzitutto a una nostra indipendenza economica, vero banco di prova di un popolo, quando questa è in mano a persone lontane da noi, abbiamo il dovere di renderci autonomi, anche a costo di iniziali sacrifici, nulla verrà ottenuto facilmente, il cammino sarà irto di ostacoli e di inganni, fatali alla nostra unità; gli interessi del popolo che vive sulla nostra isola, devono essere sopra a tutto, un popolo può solo crescere unito, non diviso e in lite perenne.

Da domani un solo motto: Sardegna, svegliati!

Sorridiamo al nostro vicino, aiutiamoci l’uno con l’altro e la nostra fede ci sosterrà anche nei momenti difficili.

 
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Pubblicato da su 23 Maggio 2011 in tutte le notizie

 

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